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CFP: L’infanzia nella storia del Novecento. Il caso italiano

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CFP: L’infanzia nella storia del Novecento. Il caso italiano

L’infanzia nella storia del Novecento. Il caso italiano

Gli studi storici sull’infanzia nella storia italiana del Novecento hanno conosciuto, a partire dal nuovo secolo, un’attenzione crescente ma non sistematica. Le ricerche si sono concentrate su alcuni nodi significativi come le guerre, il fascismo, la Shoah oppure su temi trasversali come il welfare o la scuola e le politiche educative. Un ruolo parallelo e non secondario è stato svolto dall’editoria con la pubblicazione di molti titoli relativi alle memorie di bambini e bambine come ultima generazione di testimoni di eventi centrali del Novecento, primi fra tutte le guerre mondiali e la persecuzione razziale. Le fonti prodotte direttamente dall’infanzia, e specificamente la scrittura e il disegno, hanno avuto un peso significativo – anche grazie all’apporto delle scienze pedagogiche, psicologiche e letterarie – nell’abbandonare un’idea passiva e residuale dei bambini e delle bambine all’interno dei processi storici, valorizzandone al contrario gli sguardi, le azioni, le scelte. Nello stesso tempo, temi e problemi legati alla storia dell’infanzia vengono progressivamente incorporati nella didattica delle scuole superiori e universitaria. Si è dunque venuto a definire un corpus di interessi e studi caratterizzati tuttavia da una traiettoria irregolare che necessita di una messa a punto concettuale e metodologica. Ci riferiamo, in particolare, ad alcune questioni, che mettono peraltro in luce la naturale dimensione interdisciplinare di questi studi: la definizione di infanzia, in quanto risultante di un complesso intreccio di costruzione culturale, di identità, età, contesto storico e geografico, ecc.; le categorie e le chiavi interpretative in grado di aiutare a comprendere e integrare nella narrazione dei fenomeni il protagonismo dell’infanzia come soggetto storico e sociale; le fonti da privilegiare e gli strumenti analitici e interdisciplinari attraverso i quali determinare un’efficace e specifica critica delle fonti; i nodi e momenti storici che risultano più significativi per far emergere e discutere il ruolo, le scelte e la memoria dell’infanzia; le specificità di genere nella ridefinizione di un’immagine e di un’identità infantile fortemente segnata dal protagonismo, dai ruoli e dalle pratiche maschili. Si tratta naturalmente di alcuni dei possibili problemi e approcci storiografici attraverso i quali gli storici si sono confrontati e con i quali si possono individuare nuove direzioni di ricerca e procedere nell’indagine. Al centro vi è comunque l’urgenza di una riflessione di carattere più generale sulla disciplina e sulle sue fonti. Partendo da questi presupposti, la proposta di questo numero monografico è di concentrare l’attenzione su alcuni passaggi e questioni a nostro parere essenziali, sebbene non esclusive, che sono in grado di intrecciare virtuosamente specifici eventi e processi storici, metodologia e fonti. I contributi dovranno focalizzarsi sulla storia dell’Italia nel ‘900, ma saranno presi in considerazione anche articoli in chiave comparativa o transnazionale. Siamo particolarmente interessat* a proposte che si concentrino su (ma non necessariamente si limitino a) i seguenti assi di ricerca: • Fonti per la storia dell’infanzia • Memoria e rappresentazione • Infanzia e genere • L’infanzia vulnerabile • Vittime, attori, spettatori Gli articoli andranno a comporre un numero monografico di “Italia Contemporanea” (https://www.francoangeli.it/Riviste/sommario.aspx?IDRivista=164&lingua=IT). Gli abstract delle proposte (2.500-3.000 battute; in italiano, inglese o francese), accompagnati da un breve cv dell’autore/autrice, dovranno essere inviati entro il 30 novembre 2020 agli indirizzi dei curatori Silvia Inaudi e Bruno Maida (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.). I saggi selezionati (circa 60.000 battute), dovranno essere inviati nella loro forma definitiva entro il 31 maggio 2021. Gli articoli di autori non italiani potranno essere redatti anche in inglese o francese, ma saranno tradotti in italiano per la pubblicazione finale. Gli articoli verranno sottoposti a una valutazione redazionale e a double-blind peer review. Call in italiano e in inglese