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Documento SIPES La realtà dell’inclusione scolastica in Italia: oltre le mistificazioni

Periodicamente, sui media, compaiono commenti e riflessioni anche di intellettuali sul complesso mondo della scuola, manifestando una ridotta conoscenza della stessa - affidandosi a euristiche del pensiero- e un rimpianto per modelli pedagogici che la ricerca scientifica nazionale ed internazionale ha mostrato ormai superati.

In particolare, la SIPeS - Società Italiana di Pedagogia Speciale, in qualità di Società scientifica, ritiene doveroso sottolineare il valore dell’inclusione, come orizzonte di senso e posizione etica ineludibile non solo per la scuola ma più in generale per la società odierna e del futuro.

A partire dagli anni Settanta, si è dato attuazione nella scuola all’art. 3 della nostra Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione ..., di condizioni personali e sociali”. Con il progressivo superamento di ogni logica di esclusione e separazione, imperniata sulle scuole speciali e sulle classi differenziali, l’integrazione prima e l’inclusione dopo si sono rivelate dei potenti catalizzatori di innovazione didattica. L’opportunità, più ancora che la necessità, di rispondere a differenti profili di funzionalità e a differenti stili di apprendimento ha consentito di arricchire il bagaglio di metodologie didattiche, valorizzando la partecipazione attiva e favorendo l’apprendimento di tutte le studentesse e di tutti gli studenti.

Accanto a ciò, ma non meno importante, l’inclusione ha reso la scuola un luogo di riconoscimento delle diversità e delle differenze di tutti i tipi (nelle identità, negli stili di pensiero, nelle modalità di apprendimento, ecc.), di incontro e di arricchimento reciproco, di esercizio quotidiano dell’accoglienza dell’altro da sé. La scuola, grazie anche al riconoscimento dei Bisogni Educativi Speciali (che in modo temporaneo o permanente possono riguardare qualsiasi persona nel corso della sua vita), è diventata luogo della pluralità dei bisogni, dei talenti, dei modi di apprendere e di essere.

Anche i dati ministeriali ci rimandano il quadro di un mondo della scuola complesso e composito, in cui il riconoscimento delle differenze è già una realtà, risultato di un lungo percorso culturale e operativo, che ha reso l’Italia il paese all’avanguardia nel campo dell’inclusione scolastica. Ad oggi, oltre 300.000 studenti con disabilità (quasi il 4% della popolazione scolastica italiana) e oltre 320.000 studenti con Bisogni Specifici di Apprendimento (circa il 5,5% della popolazione scolastica) frequentano le scuole di ogni ordine e grado (Fonte: MI - DGSIS - Ufficio di Statistica, rilevazione al luglio 2022). Parallelamente, nelle 

università italiane la percentuale di studenti con disabilità raggiunge quasi il 2% della popolazione universitaria, mentre per i DSA si registrava all’a.a. 19/20 un dato intorno all’1,5%, con un incremento di circa 0.3 punti percentuali all’anno (Fonte: Rapporto Anvur 10/03/2022). A questo si deve aggiungere la realtà degli alunni stranieri, la compresenza delle molte culture, la diversità delle configurazioni familiari e dei contesti, tutti elementi che concorrono a definire una “superdiversità” che è tipica di una società complessa come la nostra e che mentre lancia alla scuola una sfida importante, si pone altresì come una ricchezza da accogliere e valorizzare.

Certamente, il percorso per la realizzazione di una scuola compiutamente inclusiva è ancora lungo, dovendo affrontare quotidianamente ostacoli e barriere di tipo fisico, didattico, relazionale e culturale. Riteniamo però che colpire in modo così indiscriminato il concetto e le prassi dell’inclusione, con poche righe scritte su un giornale, sia un attacco alle alunne e agli alunni, alle famiglie, agli insegnanti, alle associazioni e anche agli studiosi di scienze dell’educazione, che nel tempo hanno realizzato concretamente la storia dell’inclusione nella scuola italiana.

La SIPeS, di concerto con i Presidenti CIRPED, CIRSE, CUNSF, SIPED, SIPeGeS, SIRD, SIREF, SIREM, richiama con forza la necessità che ogni dibattito sul tema dell’inclusione:

  1. utilizzi un linguaggio appropriato e scientificamente fondato;
  2. sia rispettoso dell’impegno e della dignità di tutti i protagonisti dell’inclusione, a partire dalle famiglie e dagli insegnanti specializzati sul sostegno, che quotidianamente si confrontano con le sfide dell’inclusione;
  3. sia fondato su metodologie rigorose e su dati scientificamente attendibili,
  4. evitando contrapposizioni riduttive basate spesso su pregiudizi.

14 Gennaio, 2024
Il Presidente e il Direttivo SIPeS

Sottoscritto e firmato dai Presidenti delle Società Scientifiche Pedagogiche:

Domenico Simeone – Presidente Conferenza Universitaria Nazionale di Scienze della Formazione - CUNSF

Maria Luisa Iavarone, Centro Italiano di Ricerca Pedagogica – CIRPED

Fulvio De Giorgi, Centro Italiano per la Ricerca Storico- Educativa – CIRSE

Domenico Simeone – Presidente Conferenza Universitaria Nazionale di Scienze della Formazione - CUNSF

Pierluigi Malavasi, Società Italiana di Pedagogia - SIPED

Maurizio Fabbri, Società italiana di Pedagogia Generale e Sociale - SIPeGeS

Pietro Lucisano, Società Italiana Ricerca Educativa -SIRD

Anita Gramigna, Società italiana di ricerca educativa e formativa - SIREF

Pier Cesare Rivoltella, Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale - SIREM